C’è un momento particolare dove, vuoi o non vuoi, poco prima di addormentarti devi fare il resoconto della giornata e, in quegli attimi, importa solamente l’essere solo con te stesso. “Dove andrò, che farò, che sarà della mia vita?” sono i più ricorrenti tra tutti i pensieri. Proprio in una di queste notti iniziai a pensare alla mia vita decidendo di fare un salto di qualità. Avevo diciannove anni, un diploma e desiderio di cambiare. Mi facevo coraggio ma era difficile lasciare tutto. Nei vari anni di catechismo m’avevano detto che c’era un dio che ascoltava le nostre preghiere. Lo avevo sentito molto distaccato e incapace di aiutarmi, ma in quei momenti mi rivolsi a Lui dicendo: “Dio mio aiutami”, incredula del fatto che Lui potesse ascoltarmi. I giorni passavano, la mia voglia scappare aumentava, mi sentivo insoddisfatta e il mio bisogno di nicotina aumentava. Decisi di iscrivermi all’università e svariate coincidenze mi portarono a scegliere quella di Padova. Tramite un’amica trovai una casa da condividere con una studentessa, ma con un avvertimento: era una ragazza evangelica. Non sapevo minimamente cosa significasse “evangelico”, ma sarei potuta andare via in qualsiasi momento. Quando arrivai a Padova, non avevo mai visto la mia coinquilina, ma in lei c’era qualcosa di particolare. Il suo viso e gli occhi radiosi ed illuminati da una luce che non conoscevo, la gioia e la tranquillità che per giorni ho invidiato perché mi ricordavano quanto ero triste. I suoi modi di fare mi incuriosivano, soprattutto quando passava alcuni momenti sola nella sua stanza o quando mi chiedeva: “ti dispiace se ascolto alcuni inni cristiani”? Un sabato sera, prima di uscire mi disse: “domani canterà il coro della chiesa, vuoi venire”? risposi subito di si, pensando: “peggio di così, la mia vita non può andare; al massimo sarà come ascoltare un concerto gospel”. Quella domenica mattina fu particolare perché, da quando misi piede in chiesa, iniziai a piangere sino alla fine del culto. Uscendo, mi sentii solleva perché pensai che quel bel pianto m’avesse liberato. Passò circa un anno, senza mai tornare in quella chiesa ma iniziai a farmi delle domande. Avevo tanta sete di conoscenza della verità, la mia coinquilina mi raccontava la sua testimonianza e, ogni volta che rispondeva a qualche mia domanda, diceva: “è scritto nella Bibbia”. Ella mi raccontò di come il Signore è potente a salvare e come aveva salvato lei. Iniziai quindi a leggere la Bibbia e, anziché dire a lei, iniziai a porre tutte le mie domande e dubbi direttamente al Dio vivente, quello stesso Dio che avevo solo sentito nominare e che stavo iniziando a conoscere personalmente. In quel periodo la mia vita cambiò radicalmente perché iniziai a gustare tutto il Suo amore per la mia vita, nonostante l’avessi tante volte offeso con le mie azioni ed i miei sentimenti. Egli non si è tirato indietro ma è venuto verso di me, amando la mia vita così com’era e salvandomi da tutti quanti i miei peccati al momento in cui mi arresi a Lui. Dopo la mia salvezza, nel mese di ottobre 2010, ho scelto di battezzarmi i acqua per immersione, in ubbidienza alla Sua Parola iniziando la mia nuova vita in Cristo Gesù. Da quando ho posto tutto ai Suoi piedi, la mia vita è stata benedetta grandemente ed è stato riempito quel vuoto dentro di me. Ora so che quella notte di tanto tempo fa, la preghiera fatta in un momento di sconforto, a quel Dio che credevo morto, è stata ascoltata da un Dio vivente ancora oggi; un Dio buono e meraviglioso che ci ama, senza pregiudizio. Solo Lui può farci comprendere quanto è stupendo amarLo ma, soprattutto, quanto è meraviglioso essere figli da Lui amati.
Angelica Zizzi