Genesi 3:22,24  Poi l’Eterno Iddio disse: ‘Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, quanto a conoscenza del bene e del male. Guardiamo ch’egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, e ne mangi, e viva in perpetuo. Perciò l’Eterno Iddio mandò via l’uomo dal giardino d’Eden, perché lavorasse la terra donde era stato tratto. Così egli scacciò l’uomo; e pose ad oriente del giardino d’Eden i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via dell’albero della vita.

Ap.22:14 – Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte nella città!

Abbiamo preso dei versi biblici dal primo e dall’ultimo libro della Parola di Dio, sono testi effettivamente distanti sia sotto l’aspetto temporale, sia per quanto riguarda i fatti descritti, sia per quanto riguarda la stesura e  sia come collocazione nel libro dei libri: la Bibbia. Qualcuno potrebbe considerare questi testi agli antipodi, ma agli studiosi, alla luce della Parola di Dio, risulta evidente che sono legati l’un l’altro a “filo doppio”: essi sono l’Alfa e l’Omega nel piano di salvezza di Dio per l’uomo.

La cosa che dobbiamo notare, innanzitutto, è che Dio aveva stabilito l’uomo in un luogo idilliaco dove avrebbe potuto vivere in eterno, senza mai conoscere la morte. A molti sfugge il fatto che Dio non aveva precluso all’uomo la possibilità di mangiare del frutto dell’albero della vita, ma di astenersi dal mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male: purtroppo Adamo ed Eva scelsero il frutto di quest’ultimo.

L’albero della conoscenza del bene e del male, rappresentava e rappresenta la situazione del mondo spirituale di allora e di oggi. Nei luoghi celesti vi sono delle forze spirituali, queste in seguito alla ribellione che si verificò all’inizio dei tempi, per opera di lucifero, è costituita dalle forze del bene (Dio ed i suoi angeli) e forze del male (lucifero e gli angeli che lo seguirono nella ribellione).

Nel momento in cui Adamo ed Eva diedero ascolto al “serpente antico” (satana) peccarono perdendo così la piena comunione con Dio.

Possiamo notare qualcosa di molto particolare nel verso 24 del capitolo 3 di Genesi, in seguito alla scelta sbagliata dei nostri progenitori: Dio dovette proteggere l’albero della vita perché non poteva assolutamente permettere, che per la benché minima forma di peccato, l’uomo potesse mangiare dell’albero della vita e vivere eternamente nel peccato. Dio stabilì dei cherubini con una spada fiammeggiante a guardia dell’albero della vita: nessuno vi è mai potuto più accedere.

Gli uomini crebbero e si moltiplicarono sulla terra avendo il libero arbitrio, ognuno poté fare la propria scelta di ubbidire a Dio o a satana, nessuno poté più gustare il frutto dell’albero della vita, la morte causata dal peccato era entrata nel mondo e dominava su tutti gli uomini.

Dio desidera sopra ogni cosa salvare l’uomo e non vuole privarlo del cibo più succulento di tutta la creazione prodotto solo dall’albero della vita, ma nessuno poteva più accedervi…., ma ad un certo punto nella storia dell’umanità accadde qualcosa di straordinario che permise agli uomini di poter ritornare a cibarsi dell’albero della vita,

Ap.22:14 Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte nella città!

In Genesi a causa del peccato ci fu la preclusione, in Apocalisse vi è l’accesso: ma solo a coloro che lavano le loro vesti. Ora tutti quelli che vogliono essere salvati devono assolutamente comprendere che la veste bianca di cui parla la Parola di Dio è la propria vita e l’Unico metodo per imbiancarla, cancellando ogni minima forma di sozzura, è indicato nella stessa Parola di Dio,

Ap.7:14 Io gli risposi: Signor mio, tu lo sai. Ed egli mi disse: Essi son quelli che vengono dalla gran tribolazione, e hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello.

Solo il Sangue dell’Agnello può purificare le nostre vesti, quindi la nostra vita. Dio non ha previsto nessun’ altro modo, non ci sono pellegrinaggi né penitenze, non ci sono fioretti né ritiri spirituali che possono liberare l’uomo dal peccato commesso.

Ma di quale agnello si parla?

Gv.1:29 Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva a lui, e disse: Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!

Gesù si recava da Giovanni per essere battezzato, in seguito a questo adempimento della legge iniziò il Suo ministero terreno che lo portò fin sopra il duro legno della croce dove sparse tutto il Suo sangue. Quel sangue versato per i peccati di tutti gli uomini danno ancora la possibilità ad ognuno di ritornare nello stato di Grazia in cui Dio voleva che fosse e che ha perso con il peccato.

Giov.3.16 Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.

La vita eterna è ritornata ad essere una possibilità per l’uomo che crede in Gesù: per il suo sacrificio espiatorio i peccati possono essere cancellati. La maggior parte degli uomini non immagina minimamente che si può essere liberati da tutti i turbamenti interiori ed esteriori, da tutte le angosce e dagli stati depressivi: Gesù è venuto per salvare ciò che era perito. Il peso del peccato distrugge le vite, ma Gesù dona la vera vita.

Rom.6:23 poiché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Finché il peccato non è tolto la morte regna negli uomini e la via all’albero della vita è ancora preclusa, ma quando si accetta Gesù come personale Salvatore ogni peccato è cancellato, ogni sozzura è lavato, ogni accusa è stata tolta.

Gv.14:6 Gesù gli disse: Io son la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

La via per l’albero della vita è Gesù, non vi è altro lasciapassare: quegli angeli cherubini con la spada fiammeggiante hanno l’ordine di non far passare nessuno se non si presentano nel nome di Gesù: c’è da dire, anche, che molti pensano di poter usare il nome di Gesù, ma sia nella Parola di Dio che nelle esperienze quotidiane possiamo constatare che il nome di Gesù da autorità e libertà alle vite solo se camminiamo nella verità della Parola di Dio,

Prov.3.18 Essa è un albero di vita per quei che l’afferrano, e quei che la ritengono fermamente sono beati.

 

Leggendo i versi precedenti possiamo comprendere che il pronome “essa” è riferito alla sapienza e all’intelligenza di coloro che non disdegnano la correzione e non ripugnano la riprensione….lungo la via l’uomo è a rischio di sbagliare strada, ma il Signore stesso correggerà il cammino di tutti quelli che sono sinceri di cuore e pronti a ricevere correzione e riprensione, solo se siamo nella Via (Gesù) e nella Verità della Parola di Dio (Gesù) potremmo gustare anche la Vita eterna.

A conclusione di queste considerazioni bisogna esaminarci se in questo momento stiamo godendo e vivendo del frutto dell’albero della vita o c’è morte nel nostro cuore?

Se quest’ultima è la nostra condizione, abbiamo la possibilità di correre a Gesù affinché in Lui possiamo nuovamente cibarci del frutto dell’albero della gioia e della vita eterna.

Ap.2:7 Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A chi vince io darò a mangiare dell’albero della vita, che sta nel paradiso di Dio.

Al ladrone che moriva sulla croce affianco a Lui, Gesù disse… oggi stesso sarai con me in Paradiso,…. dopo la morte espiatoria di Gesù il paradiso di Dio è nuovamente accessibile e, pur continuando a vivere su questa terra oggi possiamo accedere a tutte le beatitudini del paradiso.