Chi non conosce le grandi reti online che oggi permettono a milioni di utenti di comunicare e condividere video, foto, pensieri… in tempo reale in qualunque parte del mondo, specialmente in tempo di lockdown. Nate in ambito universitario tra studenti che non volevano perdersi di vista una volta entrati nel mondo del lavoro, i social network sono diventati una risorsa mondiale, un bene di largo uso e consumo. Con il cellulare puoi attingere informazioni utili come se avessi a tua disposizione un genio del sapere, fotografare senza portarti dietro una macchina fotografica, flash e i relativi rullini di ricambio, riprendere scene come se avessi una videocamera e archiviarli, ascoltare musica a più non posso – sperando che sia cristiana – senza avere bisogno di CD o DVD e dell’opportuno lettore, giocare con quanti più passatempi possibili gratuitamente e senza lasciare alcun oggetto in disordine nella stanza, farti svegliare al mattino senza avere con te una sveglia. Puoi anche leggere un libro senza portarti dietro il volume, cercare i versetti della Bibbia senza una Chiave Biblica, vedere la tv stando comodamente seduto su una panchina, farti guidare lungo un percorso stradale sapendo l’esatta direzione, la distanza dal punto di arrivo, il tempo di percorrenza evitando traffico e autovelox senza ricorrere alla mappa, custodirvi i tuoi pensieri e i tuoi stati d’animo come un diario segreto, avere una torcia, puoi accendere le apparecchiature elettriche a distanza, vedere se qualcuno sta entrando in casa tua… Comunque l’uso più frequente rimane quello di chattare attraverso i più gettonati WhatsApp e Messenger. Un cellulare è una risorsa a cui nessuno vuole fare a meno e sembra impossibile che un simile strumento possa nascondere pericoli…
La dipendenza. Quanto tempo riesci a stare lontano dal tuo cellulare? Alcuni sono incapaci di staccarsi dai videogiochi e passano più tempo con il loro smartphone che in famiglia. Un cellulare ti segue come un’ombra sin dal mattino, mentre fai colazione, mentre vai a scuola o siedi in aula per ascoltare la lezione, mentre svolgi il tuo lavoro secolare. Non sarà di certo il pranzo a staccarti dal desiderio di comunicare con gli altri, tanto non disturbi nessuno a tavola se digiti sulla tastiera il tuo messaggio di risposta. Sembra che il cellulare sostituisca la presenza di Dio! Quando infine concludi la giornata e vai a letto, non puoi fare a meno di rimanere ancora collegato con WhatsApp per conoscere le prospettive per l’indomani e per ascoltare musica. Insomma, non ti accorgi della tua dipendenza da cellulare! (I Corinzi 6:12). Taluni non fanno caso se non trascorrono del tempo con il Signore (Matteo 6:33), se non leggono più alcun versetto dalla Bibbia (Giosuè 1:8), se non hanno tempo per pregare (I Tessalonicesi 5:17)… ma per loro è un dramma se si scarica la batteria del loro cellulare e non c’è una presa di corrente nei paraggi. Non noti tu qualcosa di strano in tutto ciò? Ti senti ripreso nella tua coscienza?
L’isolamento. La parola “social” sottintende la socialità, la relazione dal vivo ampliata a centinaia di amici, ma in realtà ti dà l’illusione di essere in contatto con gli altri. Sei collegato, restando confinato fra le pareti domestiche e praticamente isolato dalla persona fisica. Hai accesso ad un universo virtuale! La comunicazione non è in presenza, face to face, dove parlano gli occhi, i muscoli del viso, le inflessioni della voce, il calore della relazione, ma essa è fredda, senza dialogo tra l’ambiente dove ti trovi e quello dove si trova un’altra persona. La distanza spesso nasconde la timidezza come una sorta di paravento ed ecco perché taluni preferiscono chattare piuttosto che chiacchierare. Quando poi si dona l’amicizia, spesso non si sa chi si nasconde dietro quella identità fornita. C’è infatti il pericolo di essere abbordati da qualche pirata del web, che va alla ricerca di approcci, fingendosi interessato a te (Proverbi 2:1-8; 22:3).
La perdita della privacy. Sai che il tuo cellulare ti spia? Quando hai acconsentito all’assistente vocale, da quel momento non soltanto altri conoscono la tua ubicazione in cui ti trovi, ma persino le parole, che pronunci. Conosci di certo la profilazione dell’utente, ossia la raccolta e l’elaborazione dei dati personali inerenti ai singoli individui e il loro utilizzo allo scopo di suddividerli in gruppi omogenei in base a gusti, interessi, comportamenti. Con la profilazione si acquisiscono mirate informazioni sul potenziale cliente, che ha fornito il proprio assenso. Quando navighiamo, talvolta appare una applicazione web, intesa a recuperare le tue informazioni, molto lunga da leggere e che pone in evidenza ACCETTO. Dal momento che vi hai cliccato sopra, hai permesso che i tuoi dati personali e sensibili fossero archiviati e addirittura venduti a fini commerciali. Alcune aziende comprano i target di una fascia d’età, per proporre una pubblicità mirata su di te. Prima di dare il tuo consenso, pensaci! Ricorda che le tue parole sui social sono pubbliche e possono rimanere disponibili anche sulla rete – e non soltanto – per sempre. Fai attenzione a postare messaggi, foto o video sul tuo profilo (Proverbi 29:20).
L’istigazione al male. In questi ultimi giorni i media ci hanno informato della morte di chi è andato oltre i propri limiti. Ci sono diversi siti, che propongono competizioni di coraggio, di resistenza, di saper superare la propria paura, che istigano al suicidio. L’opinione pubblica sta prendendo consapevolezza di queste sfide folli, che costituiscono la punta di un iceberg. Pensa al cyber bullismo, dove delle giovani ne sono vittima, dopo avere postato foto personali in atteggiamenti osé.
In fondo, usa pure i Social per essere portatore del messaggio dell’Evangelo, di parole di incoraggiamento senza lasciar spazio a mormorii ed inutili polemiche. Il Signore non ti chiama ad essere polemico o a censurare con durezza ogni errore altrui, bensì ad annunciare e vivere con integrità la Parola di Dio (Filippesi 2:14-16; Colossesi 4:5, 6). Ricorda che sei il sale della terra e la luce del mondo!
Carmelo Fiscelli